Peperoncino Infuriato
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5500 a.C. era conosciuto in Messico come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indigeni del Perù e del Messico. In Europa il peperoncino giunse grazie a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493. Poiché Colombo sbarcò in un’isola caraibica, molto probabilmente la specie da lui incontrata fu il Capsicum chinense, delle varietà Scotch Bonnet o Habanero, le più diffuse in quelle isole.
Introdotto quindi in Europa dagli spagnoli, ebbe un immediato successo, ma i guadagni che la Spagna si aspettava dal commercio di tale frutto (come accadeva con altre spezie orientali) furono deludenti, poiché il peperoncino si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, in Africa e in Asia, e venne così adottato come spezie anche da quella parte della popolazione che non poteva permettersi l’acquisto di cannella, noce moscata e altre spezie molto usate per il condimento e la conservazione di alimenti.
Il Capsicum annuum è un arbusto perenne a vita breve che, in condizioni di clima sfavorevole, viene coltivato come annuale. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm (a seconda della specie) con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca avente da 5 a 7 petali con stami giallo tenue. Le altre specie hanno portamenti diversi: C. frutescens significa “a forma di arbusto”, mentre molte varietà di C. chinense arrivano a 2 metri nei paesi d’origine. Anche la resistenza al clima freddo e caldo varia: il tabasco (C. frutescens) e il rocoto (C. pubescens), ad esempio, resistono anche a −5 C per brevi periodi, mentre l’habanero (C. chinense) è molto sensibile all’insolazione: se eccessiva causa scottature sui frutti. Il Capsicum pubescens ha fiori viola e semi neri, il Capsicum baccatum presenta delle macule sulla corolla, il Capsicum chinense ha corolla bianca o verdognola e stami viola, con 2 o più fiori per nodo. Il Capsicum frutescens ha anch’esso corolla verdognola e stami viola, ma i fiori sono singoli.
Tutte le specie possono essere coltivate in Italia, anche in balcone, seminando verso febbraio al Centro e al Sud e marzo al Nord, mentre i frutti si possono raccogliere in estate e in autunno. Questi andrebbero usati subito dopo la raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare anche sott’olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole), oppure congelandoli. La semina avviene in febbraio-marzo, a seconda del clima, possibilmente in ambiente riscaldato a temperatura di circa 25-30 °C, con composta da semi, ½ torba e ½ sabbia. Alcune varietà, soprattutto i C. chinense e il chiltepin, hanno lunghi tempi di germinazione.
Al contrario di quanto si pensa, il peperoncino ha bisogno di molta acqua durante la coltivazione, senza però creare ristagni che causerebbero il propagarsi di malattie fungine. Per evitare ristagni, oltre a scegliere un terriccio molto drenante e non compatto, è doveroso annaffiare solo al bisogno: quando il terriccio è asciutto, ma non estremamente secco. Una pratica comune per capire quando annaffiare è quella di soppesare il vaso, se risulta ancora pesante, la pianta di peperoncino non ha bisogno d’acqua, in caso contrario è necessario bagnare il terriccio. Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta. Un’altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d’acqua. Per favorire la maturazione dei frutti, si può aumentare il tenore di potassio del terreno, ad esempio con del solfato di potassio. La raccolta va effettuata quando le bacche sono completamente mature asportando i frutti per mezzo di una piccola cesoia per non danneggiare le piante. Essa va effettuata da giugno-luglio a settembre.
INGREDIENTI: Peperoncino 75%, Olio extravergine di Oliva, Olio di semi di Girasole, Aceto
- VALORI NUTIZIONALI x 100 g
- ENERGIA 884 KJ – 214 Kcal
- GRASSI 22 g di cui saturi 2,8 g
- CARBOIDRATI 2,8 g di cui zuccheri 1,1 g
- Fibre 0 g
- Proteine 1,3 g
- Sale 0,01 g.
180 gr.