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Al-karshuf – carciofino violetta francesina di Niscemi

Al-kharshuf – violetta francesina di Niscemi – Gela

Niscemi in provincia di Caltanissetta, è situata su una collina tra i Monti Erei e i Monti Iblei. I primi insediamenti nel territorio risalgono al periodo neolitico come dimostrano alcuni ritrovamenti di numerose tombe scavate nella roccia. Ma la tradizione fa risalire l’origine del paese nel 1599 ad opera di un pastore, che ritrovò l’animale che aveva perso, presso una fonte di acqua dove vi era l’immagine della Madonna. In quel luogo fu costruita la prima chiesa e le prime abitazioni.
Una volta arrivati a Niscemi è impossibile non godere del suo caratteristico centro storico e del belvedere che regala una meravigliosa visione sulla piana di Gela e sulla vallata del fiume Maroglio. Il paese non è molto sviluppato turisticamente e la sua massima affluenza si ha in occasione della festa patronale e della Sagra del Carciofo che ogni anno anima il territorio di Niscemi. Il paese infatti è noto come la patria del carciofo violetto, uno dei prodotti più importanti del luogo.
Il prelibato carciofo di Niscemi: il re dell’orto.
Il nostro carciofo raccolto nella piana tra Niscemi e Gela, antico prodotto della terra, era già correntemente conosciuto e gustato dagli Egizi. Ortaggio della famiglia delle composte (Cynara scolymus), tipico delle zone del Mediterraneo continuò ad essere apprezzato fino all’epoca dei Romani. Il carciofo infatti, era già noto fin dall’antichità per i pregi organolettici del capolino al punto da essere annoverato tra gli ortaggi di pregio per pranzi raffinati, ed era considerato una coltura da reddito molto elevato. Lo stesso nome “Cynara” è legato a vari miti, tra cui la leggenda di Columella, secondo cui il nome deriverebbe dalla consuetudine di coltivare i carciofi su terreni concimati con cenere. La pianta conosciuta dai greci e dai romani, sicuramente era la varietà selvatica e, a quanto sembra, ad essa venivano attribuiti poteri afrodisiaci, per questo motivo prenderebbe il nome da una ragazza sedotta da Giove e trasformata da questi in carciofo. Etimologicamente il termine χίυάρά, nel greco antico era comune a varie piante spinose, come anche la parola latina “carduus” era comune a specie diverse. L’attuale nome volgare, nelle diverse lingue del mondo, ne conferma l’origine mediterranea, infatti dal neo-latino “articactus” derivano il francese “artichaut”, l’inglese “artichoke”, l’italiano “articiocco” (ancora presente in alcuni dialetti del Nord Italia), mentre dall’arabo “al-kharshuf” deriva il termine CARCIOFO come dallo spagnolo “ALCHACOFA”. Nel XV secolo il carciofo era già consumato in tutta Italia. Arrivato dalla Sicilia, apparve in Toscana intorno al 1466, mentre nella pittura rinascimentale italiana, è rappresentato in diversi quadri quali: “L’ortolana” di Vincenzo Campi, “L’estate” e “Vertumnus” di Arcimboldo. Tradizione vuole che il carciofo sia stato introdotto in Francia da Caterina de’ Medici, grande consumatrice di cuori dell’omonima pianta. Sarebbe stata proprio lei a portare il carciofo dall’Italia alla Francia, quando sposò il re Enrico II di Francia. Anche Luigi XIV era un gran consumatore di carciofi. Furono invece gli olandesi ad introdurre i carciofi in Inghilterra: si hanno notizie che nel 1530 venivano coltivati nel Newhall presso l’orto di Enrico VIII. Nel XVIII secolo, i colonizzatori spagnoli e francesi dell’America, introdussero il carciofo in California e in Louisiana. Oggi in California i cardi sono diventati una vera e propria piaga in quanto, la pianta del carciofo si è rivelata “pianta invadente” di un habitat in cui non si trovava in precedenza.
Si tratta del carciofo siciliano più famoso al mondo. Ha la forma cilindrica, con forti sfumature violacee, ed è senza spine. E’ divenuto emblema di eccellenza. La forma arrotondata lo rende del tutto simile a un fiore carnoso. Il suo sapore è dolce, delicato, anche se leggermente amarognolo. Si consuma da novembre fino a maggio. Ha foglie molto scure all’esterno e chiare all’interno.
Tante sono le sue proprietà: è digestivo, diuretico, consigliato nelle diete perché povero di grassi e ricco di carboidrati e potassio. Ha azione depurativa e aiuta il buon funzionamento dell’intestino e del fegato, favorendo la rigenerazione delle cellule. Abbassa il colesterolo, migliora l’attività cardiovascolare e ha proprietà antiossidanti. Inoltre è ricco in vitamine, sali minerali, di calcio e ferro. Si consiglia il consumo anche ai diabetici. E’ usato anche in erboristeria. Tutto ciò concorre a renderlo uno degli ortaggi più prestigiosi, prelibati e ricercati della Sicilia, grazie al particolare clima e alle condizioni del terreno.
Dopo la raccolta, eseguita a mano, vengono puliti parzialmente per poi procedere con la bollitura in acqua e aceto di vino bianco con l’aggiunta di un pizzico di sale, successivamente estratti dalla pentola e asciugati vengono rifiniti per prepararli al vasettamento. Si usa Olio EVO blend ed insieme con aglio, basilico, peperoncino e origano nasce questa eccellenza di Sapori Unici.

INGREDIENTI: Carciofini siciliani violetta francesina di Niscemi, Olio extravergine di Oliva, aglio, basilico, origano, peperoncino


  • VALORI NUTIZIONALI x 100 g
  • ENERGIA 1408 KJ – 342 Kcal
  • GRASSI 36 g di cui saturi 4,5 g
  • CARBOIDRATI 0,7 g di cui zuccheri 0,6 g
  • Fibre 3,5 g
  • Proteine 2,1 g
  • Sale 0,15 g.

 

450 gr. 2300 gr.
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